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  • Un rosato quasi per scherzo

    Un rosato quasi per scherzo
    di Stefania Vinciguerra 09-09-2015  Può sembrare una boutade parlare di un vino rosato quando a produrlo è un vignaiolo di Montalcino, che per di più fa un ottimo Brunello, ma questa sorta di esperimento vale una segnalazione. Il vignaiolo in questione è Luciano Ciolfi, proprietario dell’azienda Sanlorenzo.Con lui si iniziano a imbottigliare i primi Brunello dal millesimo 2003 e subito l’azienda si segnala per la bontà dei prodotti. Lo stile è moderno con attenzione all’integrità del frutto. La vigna è posizionata abbastanza in alto, verso i 450 metri, e il terreno è estremamente sciolto e pieno di galestro.La produzione del rosato è nata quasi per scherzo, ma l’entusiasmo degli amici ha convinto Luciano che valeva la pena di ripetere l’esperimento.

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    Rosato San Lorenzo 2014
    Toscana Igt
    Sanlorenzo

     

    Punteggio » 87
    Categoria » Rosato
    Regione » Toscana
    Nazione » Italia

    Da uve sangiovese. Colore allegro, cipolla di Tropea. Il naso è di tipo “freddo” con qualche nota verde, ma ciò che emerge è il fruttato della ciliegia accompagnata da sensazioni di altri frutti rossi. La bocca è estremamente piacevole, con il sorso ricco e intenso, dalla bella acidità. Freschezza che persiste nel lungo finale. Un rosato da non perdere.

    20 Euro

  • Rosato 2014

    Su Lavinium

    Rosato 2014 Tipologia……………….: I.G.T. rosato Vitigni……………………: sangiovese Titolo alcolometrico..: 13,5% Produttore………………: PODERE SANLORENZO Prezzo enoteca……….: C (da 7,51 a 10 Euro)Corrispondenza valutazione chiocciole/centesimi @ = da 71 a 75; @@ = da 76 a 80; @@@ = da 81 a 85; @@@@ = da 86 a 90; @@@@@ = da 91 a 100 Collegamenti:Segnala l'articolo via e-mail English vversion (beta)

    RosatoEra nell’aria la nascita del rosato in casa Ciolfi, si trattava solo di trovare l’annata giusta per farlo, e la 2014 calza a pennello perché non è stata generosa e difficilmente darà grandi rossi se non in poche zone fortunate, ma per il rosato è davvero ideale. Le temperature moderate e le notti fresche hanno favorito un ottimo sviluppo di acidità, mentre l’alcolicità è riuscita a mantenersi senza problemi al di sotto dei 14 gradi. Luciano ha i vigneti digradanti che partono da un’altezza di poco inferiore ai 500 metri, con esposizioni differenti, questo gli ha permesso di fare le opportune cernite e selezioni per i suoi vini, quantità minori ma qualità che potrebbe anche stupirci. Per adesso concentriamoci sulla prima annata di rosato, ottenuto dal salasso di una piccola parte delle uve destinate al Rosso di Montalcino, sei ore a contatto con le bucce, poi fermentato in un paio di barrique usate (putroppo sono solo 500 bottiglie…), dove è rimasto fino a giugno 2015, niente malolattica, finale per un breve periodo in acciaio e poi bottiglia. Ed eccolo qui che mostra un bel colore rosa lucente con quel riflesso granato che sa tanto di sangiovese; dicono che non va più di moda elencare i profumi, anche perché la scienza (inventata dall’uomo, è sempre bene ricordarlo) ci ha messo lo zampino per cercare di dimostrare che gran parte dei sentori e degli aromi che si percepiscono, spesso non sono rintracciabili nelle molecole del vino o, quantomeno, sono frutto di alterazioni che portano a male interpretare alcune nostre percezioni. E’ un ambito nel quale non intendo addentrarmi, anche perchè non ne ho le conoscenze e finirei per dire qualche stupidaggine. Detto questo, però, credo che se parlo di fruttato di ciliegia, di amarena, fragolina di bosco, anziché di prugna, mirtillo o corbezzolo, sia qualcosa di facilmente riconoscibile, a meno che nella vostra vita non abbiate mai né annusato né addentato uno di questi frutti. Se poi questi non trovassero corrispondenza a livello chimico, non cambia nulla, perché i profumi che percepiamo sono legati alla nostra memoria, non a formule (che sempre l’uomo ha inventato, spesso illudendosi di avere capito di più). Fortuna vuole che l’uomo sia capace anche di creare musica e poesia, e il vino si lega molto bene all’arte e alle sue infinite forme espressive, sarebbe davvero triste se riducessimo tutto a pura tecnologia scientifica. Ma torniamo a questo godibilissimo rosato, che nel frattempo ha tirato fuori la melagrana e degli sbuffi floreali molto fini. Visto che l’assaggio è d’obbligo, mi sacrifico volentieri e debbo dire che non mi esimerò dal rifarlo a breve distanza, visto che è davvero buono, fresco, fruttato, con una struttura perfetta che gli dà sostanza senza sottrargli nulla alla bevibilità e piacevolezza. L’acidità e un velo tannico tutt’altro che sgradevole lasciano supporre che un altro anno pieno di bottiglia può solo migliorarlo, non corre rischio di cedimenti. Bene così e grazie a Luciano per questo terzo vino che va a completare il quadro del suo sangiovese di Montalcino.

  • Rosato IGT Toscana

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Quest’anno per la prima volta è stato prodotto il Rosato, ottenuto dalle uve del Rosso di Montalcino dove è rimasto a contatto con le bucce per poche ore è stato messo a fermentare in barriques e vi è rimasto fino a maggio.

    Anno di produzione 2014

    Data imbottigliamento 9 luglio 2015

    Grado alcolico 13.5%

    Ne hanno parlato:

    http://percorsidivino.blogspot.it/2015/07/il-rosato-2014-di-podere-san-lorenzo.html 

    http://www.lavinium.com/cgi-bin/visuvinlav.cgi?IDvino=10566

    http://www.doctorwine.it/det_articolo.php?id_articolo=2011

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  • Cristiano Cini racconta Sanlorenzo

     

     

     

     

     

     

     

     

    A Vinitaly, in una degustazione dove si raccontava Montalcino e i suoi vini dal titolo “Brunello di Montalcino – Viaggio al centro del terroir” Cristiano Cini ha spiegato Sanlorenzo e i suoi vini in modo appassionato ed emozionante.

    Questi i vini in degustazione:

    LE POTAZZINE – Brunello di Montalcino 2009
    PODERE SAN LORENZO – Brunello di Montalcino Bramante 2008
    LISINI – Brunello di Montalcino Ugolaia 2008
    POGGIO DI SOTTO – Brunello di Montalcino Riserva 2008
    CERBAIONA – Brunello di Montalcino Riserva Storica 2008
    BIONDI SANTI – Brunello di Montalcino Tenuta Greppo 2006
    IL PARADISO DI MANFREDI – Brunello di Montalcino Riserva 2000

     

    Questo il video

  • San Lorenzo e il Brunello dedicato al centenario Bramante

    San Lorenzo e il Brunello dedicato al centenario Bramante

    Una delle visite più interessanti di una intensa giornata a Montalcino con l’amico Francesco Falcone è stata la tappa a casa di Luciano Ciolfi, produttore delle bottiglie etichettate sotto il nome San Lorenzo. La sua tenuta, storicamente Torre San Lorenzo per l’appunto,wpid-20150421_152315_hdr.jpg è situata sul lato occidentale di Montalcino, a circa 500 metri sul livello del mare, in posizione ventilata e panoramica, con vista su Camigliano e nelle giornate terse fino al mare. Si pone nella zona delle Prate, proprio a pochi passi da un’altra azienda, Le Potazzine, che nomino non a caso, perché la prima cosa che scopriamo è che nonostante l’adiacenza geografica i terreni sono molto differenti, perché se a Le Potazzine si trovano inserzioni di terre rosse ferrose, a Torre San Lorenzo dominano invece argille frammiste a sabbia e frammenti di galestro, che caratterizzano i vini in maniera chiaramente molto diversa.

    wpid-20150421_153202_hdr.jpgPartiamo subito con due passi tra le vigne, ammirando i circa 5 ha di proprietà, tutti disposti attorno al nucleo centrale della cascina e della cantina. Proprio tra gli appezzamenti più vicini ci sono 1000 metri superstiti della vecchia vigna del 1972, vessata dalle fallanze ma portatrice ancora oggi di grappoli che valgono tutti gli sforzi fatti per mantenerla. I successivi impianti sono datati 92, 99, 2000 e 2002, con piccole aggiunte nel 2006 e 2008, tutto con allevamenti a cordone speronato, per lo più singolo. Proprio osservando speroni e gemme Luciano ci racconta della recente esperienza al corso di potatura con i Preparatori d’uva, davvero utile per capire alcuni errori del passato ed evitare problemi di disseccamento delle viti, causati dal propagarsi del cono di essiccazione delle cicatrici della potatura sul cordone.

    Salta subito all’occhio in mezzo ai filari la coltivazione di favino per il sovescio. Luciano ha iniziato infatti nel 2012 laconversione al biologico, abbandonando la chimica per recuperare gli equilibri naturali della vigna e salvaguardare la propria salute, vivendo in prima persona gli effetti negativi dell’utilizzo in campo di sostanze chimiche.

    wpid-20150421_152819_hdr.jpgLa storia della gestione di Luciano è piuttosto recente, con il primo imbottigliamento nel 2003, ma i terreni sono della famiglia dagli anni 50, quando è il nonno Bramante (ora centenario!) ad acquisirli, ma dedicandoli in prevalenza ad allevamenti di animali da carne (Chianina in primis), fino al 2001, quando si rende chiara l’opportunità di convertire tutto a vigneto, per la scelta di Luciano di lasciare il lavoro alle dipendenze per prendere in mano l’azienda di famiglia e dedicarla al vino. Nei primi anni le uve venivano conferite ad Argiano, mentre covava l’idea di vinificare e imbottigliare in autonomia. Il concatenarsi degli eventi ha accelerato i tempi, non senza portare problemi e difficoltà, oltretutto incappando proprio in momenti “politicamente” difficili per Montalcino.

    Oggi Luciano continua a rimboccarsi le maniche, a cercare di tirare fuori il meglio dalle sue vigne, coadiuvato in campo da Massimo Achilli, e in cantina con la consulenza diClaudio Gori.

    Il suo terroir porta le uve a raccolta generalmente nelle prime settimane di ottobre, piuttosto tardivamente, proprio grazie alla buona ventilazione della zona e dell’elevata quota. In cantina le uve sono divise a seconda dei vigneti di provenienza, con le uve meno performanti dedicate al Rosso, mentre le viti più vecchie e gli appezzamenti meglio esposti vanno a confluire nel Brunello, e nel caso di una bella annata le uve del vigneto migliore vengono vinificate per la Riserva.

    Per il Rosso opera una macerazione sulle bucce di 20 giorni, in acciaio, dove attende lo svolgimento della mallolattica per poi trasferire le masse in barrique vecchie, dove sosteranno per un anno.
    Quasi medesimo iter segue il Brunello, etichettato col nome Bramante, in onore del nonno, al traguardo dei cento anni proprio in questi giorni. Cambia solo la scelta dei legni di affinamento, che qui cade su botti grandi da 10 e 30 hl, dove permane per 36 mesi. Ancora diverso il discorso per la Riserva, che quando si produce, come nel 2006 e 2007 (e seguirà la 2013) finisce per 4 anni in una botte da 10 hl nuova.

    L’approccio generale di Luciano è di non travasare mai, e fare una filtrazione larga prima dell’imbottigliamento, giusto per trattenere le fecce, anche se non esclude di pensare a qualche travaso, all’occorrenza, specie sulle prossime uscite, anche in virtù delle annate più problematiche come 2013 e 2014.

    wpid-20150421_153454_hdr.jpgMano a mano che ci racconta e ci mostra la sua azienda traspare in Luciano un entusiasmo e una passione che diventano palesi al momento degli assaggi, quando praticamente ci sottopone tutto quello che ha in cantina, dai campioni di botte alle bottiglie, e saltiamo solo forse il suo ultimo esperimento, una parte di Brunello posta in un’anforaClayver in ceramica.

    Partiamo col il Brunello 2011 da botte, dove si integrano bene le note fruttate di fragoline di bosco con i cenni erbacei di macchia mediterranea e ginepro. Un vino ricco e dal frutto maturo, con buona carica alcolica (15,7%) domata anche grazie a un piccolo residuo zuccherino (2 gr/l), che non nasconde il buon finale sapido di un vino già molto fruibile, dal tannino ben levigato.
    Il Brunello 2012, sempre da anteprima di botte, è invece più fresco ed elastico, dal finale asciutto e più cupo. Promette buona evoluzione.

    Interessante il Brunello 2013, dove spiccano ricordi di mora e arancia, in un profilo equilibrato e profondo al gusto, con bocca ritmata da buona verve fresco-sapida.
    Altrettanto promettente il Brunello Riserva 2013, prelevato dal tonneau nuovo. Dominano ricordi di ciliegia e violetta, con nuance di vaniglia e gin, e una gran bella trama di bocca.

    Chiudiamo il giro delle anteprime assaggiando le masse del 2014 da vasca. Sono separate le due vigne principali di provenienza, ed è interessante scoprire l’enorme differenza delle sensazioni regalate dai due vini, con una marcia in più per la parte della vigna normalmente dedicata alla Riserva, che si delinea su intense note floreali e trama tannica fittissima in una materia molto più concentrata.

    Il fatto che l’annata 2013 offra buone prospettive è confermato dalla prima bottiglia stappata, il Rosso di Montalcino 2013, dai bei ricordi di menta secca, ciliegia e cannella, di beva piacevole, dotata di tannino vivo e freschezza importante, che porta a una chiusura pulita su frutto rosso saporito.

    wpid-20150421_161414_hdr.jpgAndiamo quindi con l’ultimo uscito, il Brunello 2010, generoso e ben articolato al naso, con fiori di rosmarino e frutti di mirtillo e lampone, e solo cenni speziati. Al palato sfodera un tannino ricco e vellutato, una freschezza tonica e giovanile, ma la massa rimane un po’ contratta in bocca, chiedendo ancora il giusto riposo in bottiglia per rilassare le sue robuste fibre muscolari.

    Iniziamo quindi una passeggiata nel tempo, assaggiando il Rosso 2006, sofferente appena di una sottile riduzione che si dipana presto lasciando posto a un ricordo di frutto e rossetto. Ancora ben godibile al patato, fresco e dal corpo snello e dal tannino sottile.

    Annata difficile la 2005, ma il Brunello, appare molto fine ed elegante, con le impressioni al naso ricamate su sottobosco e tabacco, e beva succosa e leggera, dal taglio nordico.
    Quasi all’estremo opposto il Brunello 2003, che marca su ricordi di foglie secche e frutto evoluto, ma all’assaggio mostra gli attributi con una bella spinta fresco-sapida a sostenere una ricca struttura con tannino pieno e vellutato.

    Altra annata bollente, ma più quotata, la 2007, e il Brunello risulta ben modulato, con frutto, spezia e prime terziarizzazioni ma manca della marcia in più che ci si potrebbe aspettare al palato.
    Non ha limiti nelle prestazioni il Brunello Bramante Riserva 2006, senza dubbio il migliore vino tra tutti gli assaggi fatti, un vino assolutamente da cercare e mettere in cantina, o provarlo subito per i più impazienti, perché è già buonissimo ora. Ha profumi complessi che si aprono a ventaglio, con ciliegia in primo piano, fiore di viole e iris, spezie (cannella, chiodi di garofano, cardamomo, pepe nero), e tabacco. Il sorso è carnoso, elegante e profondo, si allunga con potenza al palato, senza mai perdere il controllo, forte di una bellissima integrazione tra freschezza esemplare, tannino fitto e levigatissimo e sapidità elegante nel finale, dove tornano spezie e frutti scuri. Un assaggio appagante, completo, sorprendente, che ci lascia concludere col sorriso la nostra visita da Luciano Ciolfi, vignaiolo capace di vini sorprendenti come questo.

  • Fresh News from Montalcino

    Fresh News from Montalcino

    …………….Giungiamo nel pomeriggio a San Lorenzo, dove Luciano Ciolfi ci racconta della sua conversione al biologico, mentre ammiriamo i suoi impianti, tra le cui file vegeta rigoglioso il favino, quasi pronto per il sovescio. Dopo una bella serie di anteprime e un’ampia retrospettiva dei suoi vini incappiamo nel miglior vino della sua carriera. Il Brunello di Montalcino Riserva 2006 San Lorenzo è un vino completo e profondo, dal frutto integro, tannino intenso e allungo speziato interminabile: carnoso, elegante e sfaccettato, lungo e potente, con frutto di ciliegia accompagnato da pepe, spezie fini e tabacco rosso. Folgorante…………………

  • Brunello di Montalcino Bramante 2010

    Intravino, di Andrea Gori

    San Lorenzo con olive, liquirizia e mirtillo, resina e pepe nero, bocca sapida austera ma con una dolcezza sottesa ad ogni sorso che incanta, si agita e si dimena in bocca con grande saporosità e classe 94

    Percorsi di Vino, di Andrea Petrini

    San Lorenzo – Brunello di Montalcino 2010: avete presente quei bimbi piccoli piccoli che terminano il cubo di Rubik molto prima di voi? Ecco, bisogna solo aspettare che crescano per dimostrare la loro genialità

     

    Winescore.ca, di Daenna Van Mulligen

    San Lorenzo ***

    Lovely bright nose, juicy, charming fruits, sweet spices, rose petals. Lovely weight and texture, juicy and engaging character. Nice lift in the culmination of the wine from almost delicate to powerful – will age we

    Agrodolce, di Alessio Pietrobattista

    Sanlorenzo: dal calice urla di lasciarlo in pace, di restare dentro la bottiglia perché è troppo presto per uscirne. Scuro e introverso, tra cenni terrosi e di frutto scuro, con la mora e il ribes in primo piano, poi il pepe e il chiodo di garofano. La bocca è materica, austera, rabbiosa nella progressione acida e tannica, piena di sapore e di prospettiva futura. Pronto a scommettere che il riposo in bottiglia lo perfezionerà. Toro scatenato

    Gazzetta dello Sport, Luca Gardini

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    Italia TV, di Dario Pettinelli

    Sanlorenzo, Poggio di Sotto e Le Chiuse alzano ancora l’asticella. Luciano Ciolfi, oltre che essere un bravissimo produttore è proprio quel che si dice una bella persona. Il suo Bramante naturalmente lo rispecchia: tradizione, energia, potenza controllata, grandi profumi.

     

    Lavinium, di Roberto Giuliani

    Sanlorenzo: rubino intenso, naso ricco di frutto, ciliegia e mirtillo, note di liquirizia, grande pienezza in bocca, succoso, sapido, a morbido e quasi dolce nel frutto, il sorso è “facile”, privo di asperità, c’è sostanza e grande persistenza;

    Wine Advocate, di Monica Larner

    2010 San Lorenzo Brunello di Montalcino Bramante

    A Sangiovese Dry Red Table wine from Italy , Montalcino, Brunello di Montalcino, Tuscany, Italy,

    Review by Monica Larner eRobertParker.com # , #217 (Feb 2015) Rating: 87
    Drink 2016 ­ 2024
    Cost: $50­$58

    Luciano Ciolfi’s 2010 Brunello di Montalcino Bramante shows evolved notes of dried cherry, blackcurrant, dark prune and Indian spice. The weight and consistency of the wine is much heavier compared to the majority of its peers. In fact, Bramante’s appearance is near­impenetrable. That heaviness detracts from the quality of fruit that makes 2010 a hallmark vintage. It also takes away from the complexity and finesse, resulting in simple, chewy fruit flavors. There’s a touch of bitterness and astringency to the tannins

    James Suckling.com, di James Suckling

    Brunello di Montalcino Bramante 2010

    • Italy
    • Region Tuscany
    • Vintage2010
    • Score 93Tasting NotesThe purity of fruit is impressive in this wine with lots of stone, peach pit and light prune aromas. Some cream too. Full body, and plenty of jammy fruit and chewy tannins. A hint of new wood as well. This is a big, almost New World style that develops nicely in the glass. Give it two or three years to soften.

     

    Jancis Robinson, di Walter Speller

    •  Sanlorenzo, Bramante 2010 Brunello di MontalcinoDark ruby with orange tinges. Exotic dry nose with notes of cumin powder and hints of leather. The finish is in the grip of dry tannins. This could do with more fruit. (WS) 15% Drink 2015-2018

      15.5

       

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

  • Rosso di Montalcino 2012 su Lavinium

    Bella sorpresa l’articolo di Roberto Giuliani su Lavinium dove racconta il mio Rosso di Montalcino 2012:

     

    Dicono che non è ancora tempo di influenze. Il clima così strano non ha ancora consentito la prima vera ondata di virus influenzali. Può darsi, ma quella che ho avuto io, che mi ha steso per una settimana e di cui porto ancora gli strascichi, aveva tutte le caratteristiche dell’influenza: febbre a 38 e mezzo, dolori alle gambe, naso completamente chiuso, debolezza generale accompagnata da irrequietezza.
    Comunque acqua passata, si torna in carreggiata, e per farlo in modo piacevole non potevo che stappare una buona bottiglia, come il Rosso di Montalcino 2012 di Luciano Ciolfi, alias Sanlorenzo, una delle ultime stelle nate nella terra del sangiovese grosso.
    La cosa bella di questo vino è che toglie di mezzo qualsiasi dubbio (ma chi ne ha mai avuti) su cosa deve essere un Rosso di Montalcino, dubbi nati più da questioni di mercato che dalla reale ricerca di un’identità. Lo dimostra il fatto che fino a pochi anni fa balenava la possibilità di un cambio di disciplinare che avrebbe favorito l’ingresso di una piccola quota di uve “complementari” al sangiovese, fantastica pensata che in un primo momento si voleva concretizzare addirittura sul Brunello.
    Per fortuna la faccenda si è risolta, a mio avviso grazie anche alle critiche giunte da numerosi fronti. Così il Rosso è rimasto un vino che, a seconda delle scelte del produttore, viene interpretato come una seconda scelta o un vino dalla propria personalità. Non è un caso che il disciplinare abbia lasciato libero arbitrio nella tipologia di contenitori dove vinificare e maturare e nei tempi per la messa in commercio, che prevede sia possibile a partire dal 1° settembre dell’anno successivo a quello di vendemmia. Così ogni azienda, secondo l’andamento dell’annata e secondo l’esperienza maturata con le proprie vigne, può proporre un Rosso fresco e scorrevole, maturato solo in acciaio, oppure maturato per 6 mesi-1 anno in botti di legno di diversa misura o in altri contenitori per puro piacere sperimentale, anfore comprese.
    Luciano ha da tempo scelto di far maturare il proprio Rosso in botticelle di rovere usate e di diversa dimensione, poiché il suo vino ha la struttura e la qualità per sostenere un positivo rapporto con il legno.
    E in effetti con la 2012 conferma di avere indovinato la misura ideale per questo grande vino, che riesce magnificamente a riportare nel calice tutta la vitalità e l’energia figlie di un’ottima annata e di vigne che godono di una ventilazione costante ad un’altitudine che un tempo poteva essere considerata quasi rischiosa per il sangiovese, ma che oggi, con il clima così mutevole e mediamente più caldo, si rivela ideale per offrire eleganza, freschezza e carattere.
    Non sto qui a farvi le solite descrizioni organolettiche, è ridondante, quello che posso dirvi è che si tratta di uno dei migliori Rossi prodotti a Sanlorenzo, forse il migliore, non fatevelo scappare, cercatelo e prendetene un po’ di bottiglie perché ne vale davvero la pena.

    Roberto Giuliani           

    Valutazione: @@@@@        (degustazione in data: 12/2014)

  • Harvest 2014

     

     

    Sicuramente la mia vendemmia più difficile degli ultimi anni. Un clima difficile con la pioggia e le temperature sotto la media che hanno fatto da linea conduttrice da giugno a settembre.

     

     

     

     

     

    Questi alcuni riferimenti temporali:

    Inizio germogliamento ai primi di aprile

    Situazione al 10 di aprile
    Situazione al 10 di aprile

     

    Maggio e giugno sono stati piovosi, temperature fra la media e sotto la media, è stato difficile contenere la peronospera e non sempre ci sono riuscito.

     

    16 maggio
    16 maggio

     

    La fioritura è iniziata il 5 giugno, in ritardo con la media delle ultime annate

    Inizio fioritura 5 giugno
    Inizio fioritura 5 giugno

    La fioritura va abbastanza bene e fra il 15 e il 18 giugno è conclusa

    A luglio continua a piovere e le temperature rimangono sotto le medie

    7 luglio
    7 luglio

     

    Una foto rappresentativa di questa estate, era il 21 luglio

    21 luglio
    21 luglio

    Primi accenni di invaiatura il 23 luglio ma in modo uniforme dai primi di agosto

    23 luglio

    Agosto e i primi venti giorni di settembre hanno un clima atipico, poco sole poco caldo tengono le temperature  sotto la media e si rallenta sia l’invaiatura prima che la maturazione dopo. Oltre a questo le numerose piogge iniziano a far uscire le muffe e la sensazione che l’annata sia molto complicata è sempre più reale. Si inizia con un primo diradamento delle uve il 20 di agosto poi a settembre un altro passaggio per togliere un ulteriore 20-30 % di uva, si cerca di salvare il salvabile.

    Diradamento il 20 agosto
    Diradamento il 20 agosto
    Diradamento il 16 di settembre
    Diradamento il 16 di settembre

    Il clima che tutto l’anno è stato ostile ci ha graziato dalla fine di settembre al 10 di ottobre con giornate calde e soleggiate e questa ha permesso di far maturare bene l’uva. La vendemmia è stata il 9 e 10 ottobre le uve che erano rimaste sulle vite erano in buona parte sane e ben mature, il tenore zuccherino e la maturazione fenolica buona.

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