Rosso di Montalcino 2012 su Lavinium

Bella sorpresa l’articolo di Roberto Giuliani su Lavinium dove racconta il mio Rosso di Montalcino 2012:

 

Dicono che non è ancora tempo di influenze. Il clima così strano non ha ancora consentito la prima vera ondata di virus influenzali. Può darsi, ma quella che ho avuto io, che mi ha steso per una settimana e di cui porto ancora gli strascichi, aveva tutte le caratteristiche dell’influenza: febbre a 38 e mezzo, dolori alle gambe, naso completamente chiuso, debolezza generale accompagnata da irrequietezza.
Comunque acqua passata, si torna in carreggiata, e per farlo in modo piacevole non potevo che stappare una buona bottiglia, come il Rosso di Montalcino 2012 di Luciano Ciolfi, alias Sanlorenzo, una delle ultime stelle nate nella terra del sangiovese grosso.
La cosa bella di questo vino è che toglie di mezzo qualsiasi dubbio (ma chi ne ha mai avuti) su cosa deve essere un Rosso di Montalcino, dubbi nati più da questioni di mercato che dalla reale ricerca di un’identità. Lo dimostra il fatto che fino a pochi anni fa balenava la possibilità di un cambio di disciplinare che avrebbe favorito l’ingresso di una piccola quota di uve “complementari” al sangiovese, fantastica pensata che in un primo momento si voleva concretizzare addirittura sul Brunello.
Per fortuna la faccenda si è risolta, a mio avviso grazie anche alle critiche giunte da numerosi fronti. Così il Rosso è rimasto un vino che, a seconda delle scelte del produttore, viene interpretato come una seconda scelta o un vino dalla propria personalità. Non è un caso che il disciplinare abbia lasciato libero arbitrio nella tipologia di contenitori dove vinificare e maturare e nei tempi per la messa in commercio, che prevede sia possibile a partire dal 1° settembre dell’anno successivo a quello di vendemmia. Così ogni azienda, secondo l’andamento dell’annata e secondo l’esperienza maturata con le proprie vigne, può proporre un Rosso fresco e scorrevole, maturato solo in acciaio, oppure maturato per 6 mesi-1 anno in botti di legno di diversa misura o in altri contenitori per puro piacere sperimentale, anfore comprese.
Luciano ha da tempo scelto di far maturare il proprio Rosso in botticelle di rovere usate e di diversa dimensione, poiché il suo vino ha la struttura e la qualità per sostenere un positivo rapporto con il legno.
E in effetti con la 2012 conferma di avere indovinato la misura ideale per questo grande vino, che riesce magnificamente a riportare nel calice tutta la vitalità e l’energia figlie di un’ottima annata e di vigne che godono di una ventilazione costante ad un’altitudine che un tempo poteva essere considerata quasi rischiosa per il sangiovese, ma che oggi, con il clima così mutevole e mediamente più caldo, si rivela ideale per offrire eleganza, freschezza e carattere.
Non sto qui a farvi le solite descrizioni organolettiche, è ridondante, quello che posso dirvi è che si tratta di uno dei migliori Rossi prodotti a Sanlorenzo, forse il migliore, non fatevelo scappare, cercatelo e prendetene un po’ di bottiglie perché ne vale davvero la pena.

Roberto Giuliani           

Valutazione: @@@@@        (degustazione in data: 12/2014)

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