Rosso di Montalcino 2009 su LaVinium

Tratto da http://www.lavinium.com/cgi-bin/visuvinlav.cgi?IDvino=9431

“Amore, ma che vino hai messo in tavola? E’ bbono, una vera goduria!”, “Tesoro, ecco l’etichetta vedi? E’ il Rosso di Montalcino 2009 di Podere Sanlorenzo”. “Ma è una meraviglia, lo sai che io bevo poco anche perché sono praticamente astemia, ma questo se non me lo levi da davanti non garantisco…”. Dialogo estratto dalla cena che mia moglie ed io abbiamo fatto ieri sera.
E’ così, Luciano Ciolfi lavora in vigna bene e utilizza le stesse uve del Brunello per fare il Rosso, non ha mai pensato di farne un vino di ricaduta, la differenza la fa la vinificazione, un po’ meno macerazione e un periodo più breve in botte, per ottenere un vino un po’ più pronto rispetto al Brunello, ma con le stesse qualità espressive. Fra l’altro, come dice giustamente Stefano Cinelli Colombini in un suo contributo su Intravino, il mutamento quasi repentino del clima negli ultimi anni, sta favorendo le vigne più alte, dove ventilazione, escursione termica, temperatura media sono diventate ideali per un cavallo di razza come il sangiovese di Montalcino.
E a Podere Sanlorenzo siamo ad oltre 500 metri, c’è quasi sempre vento, le vigne hanno la giusta pendenza che favorisce un deflusso dell’acqua in eccesso, intorno c’è il bosco e… quei tanto belli ma fastidiosi caprioli. Ci vado spesso da Luciano, mi piace l’aria che respiro, mi piace salutare il babbo Paolo e il gruppetto di cani e gatti che pacificamente circolano in azienda. Ho visto quasi nascere Sanlorenzo e ho capito subito che aveva delle potenzialità enormi, Luciano aveva appena iniziato con il Rosso e stava affinando il primo Brunello, il 2003. In pochi anni è arrivato a produrre due vini che fanno a spintoni fra qual è più buono, per non parlare dell’olio, purtroppo non ne fa molto ma vi assicuro che è davvero buonissimo.
E questo 2009, che dire, ha una dolcezza di frutto disarmante, un tannino fine e già ben integrato in una polpa che ti trascina nel puro piacere, senti la freschezza di queste colline che gli dona un guizzo d’energia entusiasmante, va giù che è una meraviglia, ti mette in pace con il mondo, è il vino che si vuole bere, riempie il cuore e, anche se solo per un giorno, ti fa dimenticare questi tempi nefasti per i quali ancora non si vede una via d’uscita.
Grazie Luciano.
P.S. non gli ho dato la quinta chiocciola solo perché altrimenti con il Brunello, di cui a breve farò una verticale, dovrei andare fuori scala…


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