Madreterra di Antonio Tomacelli

Pioggia d’estate e aria che sa di erba tagliata. Di terra, pure. Le temperature scendono come il mio umore e in questi casi c’è solo una terapia d’appoggio conosciuta: “stappare qualcosa di speciale”. Brunello? Massì, dai, la voglia di volermi bene ha la meglio su questa specie d’estate. Apro la bottiglia di un amico, Luciano Ciolfi, la cui riserva di parmigiano misi a dura prova durante il Vinitaly senza che il suo volto facesse una piega. “Sanlorenzo Riserva 2006″ suona maledettamente bene al mio umore e gli effetti si fanno sentire già nel versarlo. Bicchiere scuro, di quelli seri che velano il vetro e poi quello strano respiro…

Non devo mettere il naso sull’orlo per sentirlo, quel respiro mi raggiunge senza che io gonfi i polmoni. Eccolo ancora, provo a fissarlo nel cervello: è un alito di terra ma è terra che ha sangue, frutta, muschio e vita. Il vino respira di nuovo e ora sento una terra che non è Montalcino né quella di casa mia ma è madreterra cupa, gonfia e umida. Ricomincia a piovere e bevo quell’alito che ora è materia, sostanza e piacere. Il mio umore è cambiato e il Brunello mi è complice. Ne bevo lunghi sorsi e viaggio con la mente tra le arance rosse di Sicilia, le ciliegie succose di Turi e le zolle di ogni posto del mondo. Ha rinfrescato stasera e io, che cercavo solo un po’ di conforto al mio umore, ho trovato una sera d’estate indimenticabile.

Sanlorenzo – Brunello di Montalcino Riserva 2006
in commercio dal 2012
p. 9

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