Su Lavinium

Rosato 2014
Tipologia……………….: I.G.T. rosato
Vitigni……………………: sangiovese
Titolo alcolometrico..: 13,5%
Produttore………………: PODERE SANLORENZO

Prezzo enoteca……….: C
(da 7,51 a 10 Euro)Corrispondenza valutazione chiocciole/centesimi
@ = da 71 a 75; @@ = da 76 a 80; @@@ = da 81 a 85; @@@@ = da 86 a 90; @@@@@ = da 91 a 100
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RosatoEra nell’aria la nascita del rosato in casa Ciolfi, si trattava solo di trovare l’annata giusta per farlo, e la 2014 calza a pennello perché non è stata generosa e difficilmente darà grandi rossi se non in poche zone fortunate, ma per il rosato è davvero ideale. Le temperature moderate e le notti fresche hanno favorito un ottimo sviluppo di acidità, mentre l’alcolicità è riuscita a mantenersi senza problemi al di sotto dei 14 gradi.
Luciano ha i vigneti digradanti che partono da un’altezza di poco inferiore ai 500 metri, con esposizioni differenti, questo gli ha permesso di fare le opportune cernite e selezioni per i suoi vini, quantità minori ma qualità che potrebbe anche stupirci.
Per adesso concentriamoci sulla prima annata di rosato, ottenuto dal salasso di una piccola parte delle uve destinate al Rosso di Montalcino, sei ore a contatto con le bucce, poi fermentato in un paio di barrique usate (putroppo sono solo 500 bottiglie…), dove è rimasto fino a giugno 2015, niente malolattica, finale per un breve periodo in acciaio e poi bottiglia.
Ed eccolo qui che mostra un bel colore rosa lucente con quel riflesso granato che sa tanto di sangiovese; dicono che non va più di moda elencare i profumi, anche perché la scienza (inventata dall’uomo, è sempre bene ricordarlo) ci ha messo lo zampino per cercare di dimostrare che gran parte dei sentori e degli aromi che si percepiscono, spesso non sono rintracciabili nelle molecole del vino o, quantomeno, sono frutto di alterazioni che portano a male interpretare alcune nostre percezioni. E’ un ambito nel quale non intendo addentrarmi, anche perchè non ne ho le conoscenze e finirei per dire qualche stupidaggine. Detto questo, però, credo che se parlo di fruttato di ciliegia, di amarena, fragolina di bosco, anziché di prugna, mirtillo o corbezzolo, sia qualcosa di facilmente riconoscibile, a meno che nella vostra vita non abbiate mai né annusato né addentato uno di questi frutti. Se poi questi non trovassero corrispondenza a livello chimico, non cambia nulla, perché i profumi che percepiamo sono legati alla nostra memoria, non a formule (che sempre l’uomo ha inventato, spesso illudendosi di avere capito di più). Fortuna vuole che l’uomo sia capace anche di creare musica e poesia, e il vino si lega molto bene all’arte e alle sue infinite forme espressive, sarebbe davvero triste se riducessimo tutto a pura tecnologia scientifica.
Ma torniamo a questo godibilissimo rosato, che nel frattempo ha tirato fuori la melagrana e degli sbuffi floreali molto fini.
Visto che l’assaggio è d’obbligo, mi sacrifico volentieri e debbo dire che non mi esimerò dal rifarlo a breve distanza, visto che è davvero buono, fresco, fruttato, con una struttura perfetta che gli dà sostanza senza sottrargli nulla alla bevibilità e piacevolezza. L’acidità e un velo tannico tutt’altro che sgradevole lasciano supporre che un altro anno pieno di bottiglia può solo migliorarlo, non corre rischio di cedimenti. Bene così e grazie a Luciano per questo terzo vino che va a completare il quadro del suo sangiovese di Montalcino.

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